Se ci badate, quando leggete un qualunque scrittore famoso, non trovate mai frasi zeppe di avverbi.
“Fondamentalmente, semplicemente, evidentemente…”
La prima scrematura eseguita da un buon editor individua e cancella questi elementi grammaticali che rendono la lettura pesante, rallentata, e che spesso portano il lettore ad abbandonare la pagina prima del tempo.
Un ottimo scrittore deve far fluire il pensiero. La lettura deve correre. Il lettore deve catapultarsi all’interno della vicenda senza perdersi in pensieri troppo articolati, con il soggetto quattro righe in fondo, o scavalcando come una corsa a ostacoli decine di avverbi.
Per fare un esempio: scrivere “tutto ciò è sacrosanto” oppure “tutto ciò è semplicemente sacrosanto” non cambia il concetto espresso. Ma “semplicemente” è di troppo. Non serve, se non ad appesantire la lettura.
Ma l’uso esagerato degli avverbi è soltanto una delle situazioni per cui il lavoro degli editors risulta fondamentale.
Quando una persona ha alle spalle una buona scuola, magari un liceo classico, a livello di grammatica si deve soltanto limare qualche imperfezione o adeguare la scrittura alle grammatiche più recenti.
Ciò che rende migliore un romanzo è più che altro l’individuazione delle incongruenze all’interno della stesura. Così come è necessario che l’intreccio sia verosimile.
Non a caso, è impossibile che una casa editrice seria lanci sul mercato un libro non editato. E non esiste scrittore al mondo degno di nota che non abbia alle spalle almeno un editor personale e quattro o cinque beta reader.
Stephen King, per esempio, non manca di ringraziare spesso chi edita le sue bozze. E nonostante ciò, l’editore finale riedita il lavoro presentato dallo scrittore prima di darlo alle stampe.
E questa prassi è consolidata in qualunque casa editrice al mondo che si rispetti.
Io stesso ho deciso di affidarmi a una editor professionista per l’editing de Il Segreto di Lukas Kofler, che uscirà il prossimo 20 aprile. Pur optando per il self publishing, ho scelto di pubblicare un romanzo che garantisse una qualità non distante dai libri editati e pubblicati dalle grandi case editrici.
Infatti, negli ultimi anni i grandi gruppi editoriali puntano sulla valutazione di testi auto pubblicati piuttosto che cercare qualcosa tra i manoscritti inviati a pioggia dagli aspiranti scrittori.
E uno degli aspetti che maggiormente viene preso in considerazione è proprio se il romanzo è stato editato oppure no.
Quando uno sconosciuto auto pubblica un libro e ottiene un discreto successo, ecco che operatori delle case editrici si mettono all’opera, per valutare l’opera.
D’altronde, un libro è un prodotto commerciale attraverso cui fare soldi. Perciò l’autore deve garantire vendite, altrimenti può trattarsi anche del nuovo Dante, ma, se vende solo a sua zia e all’amico del cuore, per l’editore non è interessante.
È il motivo per cui le librerie sono zeppe di biografie di calciatori, tennisti, cantanti e guru della cucina. Tutte persone che hanno storie che catturano l’interesse di un pubblico, ai quali vengono affiancati professionisti che trasformano in un testo scritto le idee.
Per lo stesso motivo economico, nella valutazione di testi che abbiano avuto un discreto successo con l’auto pubblicazione, viene preso in considerazione maggiore un lavoro che dimostri di aver subito una revisione di editing.
È naturale che, nel caso in cui il libro piaccia e la casa editrice volesse pubblicarlo a suo nome, il lavoro verrebbe comunque rieditato secondo i propri standard.
Tuttavia, è vero: ci sono quegli autori convinti di essere la Scrittura, il Verbo, la Letteratura fatte persona. Quelli convinti di non aver necessità della competenza di un editor perché hanno il diploma conseguito presso il liceo famoso o la laurea in Lettere, o perché in passato hanno pubblicato a proprie spese con la piccola casa editrice sconosciuta ai più… Di quelle per cui gli autori sono bancomat e un lavoro di editing un costo inutile.
Ma questa è un’altra storia e ne parleremo prossimamente.
Io riconosco i miei limiti e mi rimetto alla professionalità di chi fa dell’editing la professione di una vita.