TAKASHI MURAKAMI
Takashi Murakami è un artista a tutto tondo, espressione della contemporaneità culturale giapponese, in cui si sintetizzano tradizioni e nuove forme d’arte, influenzate dall’occidente e dall’Otaku.
di Pasquale Di Matteo
Takashi Murakami è artista, scultore, ma soprattutto espressione della cultura del Giappone e dell’Otaku, la passione per la magia e per i Manga.
La rivista Times lo ha definito il più influente rappresentante della cultura giapponese contemporanea nel mondo.
Murakami si laurea alla Facoltà di Belle Arti con una tesi intitolata Il Significato del Nonsenso del Significato.
Vincitore di una borsa di studio, si trasferisce a New York, dove studia e lavora, ampliando gli orizzonti.
Fonda una sua associazione, la Hiropon Factory. Dapprima in Giappone, successivamente a Brooklyn.





TAKASHI MURAKAMI: L’ARTE
La grandezza di Murakami sta nell’aver sintetizzato l’arte della tradizione, dedicata ai grandi collezionisti e ai musei più importanti, alla cultura di massa e agli oggetti realizzati in serie.
Murakami definisce la cultura giapponese contemporanea Superflat, (ultrapiatta). Un termine che esemplifica la miscela di tradizione giapponese e influenza occidentale, utilizzando anche le espressioni più moderne legate ad anime e manga.
In più occasioni Takashi Murakami afferma che l’influenza occidentale nell’arte giapponese sia l’evidenza dell’inferiorità del Giappone sul piano politico e su quello socioculturale. Tesi non condivisa da moltissimi colleghi e accademici.
727

Murakami si diverte a giocare con le ambivalenze di significato, fin dal titolo. I numeri che lo costituiscono, infatti, richiamano il Boeing 727, ma anche una nota azienda di cosmesi in Giappone.
Al centro del dipinto, c’è una delle prime raffigurazioni di Mr. DOB, l’alter ego che l’artista crea nel 1993, quello che oggi definiremmo avatar.
Mr DOB è ispirato a Doraemon, il gatto spaziale di un fortunato cartoon tornato di moda in quest’ultimo decennio. Il nome DOB è un acronimo dell’espressione giapponese dobojite, dobojite, oshamanbe, locuzione gergale che si può tradurre con perché Oshamanbe. Oshamanbe è il nome di una città dell’Hokkaido.
L’opera è un trittico e richiama i paraventi giapponesi a fisarmonica.
Lo sfondo è materico e rivela come l’artista abbia applicato diversi strati di pittura sul supporto, prima di rimuoverla.
Mr. DOB racchiude tutte le peculiarità degli esseri viventi. Le orecchie grandi ricordano la simpatia di Topolino. Le lettere tondeggianti sulle orecchie, invece sembrano occhi mostruosi, così come i denti acuminati rendono la figura grottesca.
Murakami fonda tradizione e modernità, attingendo all’eleganza delle onde, elemento ricorrente nella pittura classica giapponese, per unirle con tratti e raffigurazioni tipiche dei manga e degli anime contemporanei.
Il nonsenso, la mancanza di un messaggio chiaro trovano uno sbocco nella bocca di Mr. DOB, spalancata in un ghigno grottesco che incute timore e genera inquietudine.
La forte presenza del bianco manifesta l’apertura al futuro dell’artista e il desiderio di costante rinnovamento. Per sé, per la società, per il Giappone e per il mondo.
Come se l’artista desiderasse sbeffeggiare l’influenza occidentale nella cultura giapponese e, allo stesso tempo, ne esaltasse la capacità di cambiare tradizioni secolari.
A causa della pandemia, a luglio 2020 l’artista ha dichiarato di essere sull’orlo della bancarotta, ma, come è prassi nella storia dell’arte, i più grandi maestri non sono quasi mai ricchi.