LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE
Tra esposizioni gratuite, vendite di galleristi capaci, auto recensioni e gruppi di artisti, sono molte le menzogne raccontate nel mondo dell’arte di cui si tratta in questo articolo.
di Pasquale Di Matteo
Vedo molto scoramento tra i pittori perché non si vende e perché il mondo dell’arte sembrerebbe un grande calderone di false speranze, al di là della situazione attuale.
In realtà, le cose non stanno così e sono viste da una prospettiva sbagliata che cercherò di spiegare nella maniera più esaustiva possibile.
Partiamo dal principio.
LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: LE ACCADEMIE
Fin dai banchi di scuola, agli studenti delle accademie e degli istituti d’arte vengono impartiti consigli e insegnamenti legati più al secolo scorso che al mondo moderno; d’altronde, la gran parte degli insegnanti, sebbene abbia naturalmente ovvie competenze artistiche, il più delle volte ha un’età che fatica a comprendere le dinamiche dell’era del web, fondamentali, invece, nel mondo moderno.
Purtroppo, ai giovani viene insegnata una delle più grandi fesserie che circola nel mondo dell’arte, ovvero che una buona galleria farebbe esporre gratis poiché capace di vendere e di realizzare profitto dalle percentuali di vendita, come accadeva fino alla fine del secolo scorso.
Ebbene, ciò è falso!
Ripeto, per i più radicalmente ottusi: ciò è falso!
Non è vero che i galleristi del passato erano più capaci di quelli di oggi, così come non esistevano flotte di collezionisti nei loro portafogli clienti.
La verità è che ci sono state molte persone facoltose prese in giro da galleristi che vendevano di tutto, facendo credere a questi ignari compratori che l’artista di cui acquistavano l’opera avrebbe avuto un grande futuro, quando sapevano benissimo che ciò non corrispondeva al vero.
Il più delle volte, infatti, si trattava di perfetti sconosciuti, ovviamente dimenticati dalla storia, che non garantivano alcun investimento.
Motivo per cui mi capita spesso di imbattermi in chi vorrebbe piazzare opere di tali sconosciuti a prezzi improponibili per rientrare delle cifre folli spese negli anni ottanta dagli ignari genitori, ingolositi dalle balle raccontate da galleristi senza scrupoli.







E’ ovvio che, potendo lavorare in tale maniera, per una galleria era semplice far esporre chiunque gratis, per poi spennare l’ignaro ricco di turno.
Oggi, tale comportamento non è più attuabile grazie all’avvento del Web, che consente ai possibili acquirenti di verificare in Internet l’esistenza del nome proposto dal gallerista, laddove è possibile valutare se il pittore investe davvero su se stesso, se ha un curriculum degno di nota, o se non si tratti di un maestro da Pro Loco.
Inoltre, a tale modus operandi, va aggiunto il fatto che, fino all’avvento delle grandi catene commerciali, anche chi non era amante dell’arte, ma desiderava appendere in una nuova casa qualche quadro, non aveva alternativa alla galleria d’arte o alla commissione di un’opera a un artista.
Quindi, le gallerie potevano contare anche su questa via per realizzare vendite e profitti.
Oggi, al contrario, questa grande platea di acquirenti è totalmente attratta dai prezzi modici delle stampe che si trovano proprio nei grandi centri commerciali.
Ma non è tutto: il numero di pittori e delle gallerie odierno è esponenzialmente maggiore a quello degli anni ottanta, perciò i possibili fruitori d’arte, che prima accedevano a poche gallerie, oggi si dividono tra molti più attori, lasciando ciascuno a bocca asciutta o, al più, con le briciole.
Quindi, rispetto al gallerista degli anni ottanta, il gallerista contemporaneo non può frodare gli acquirenti, spacciando un pittore da niente per il futuro Picasso, poiché sarebbe immediatamente smentito da Internet; non può più contare sulle vendite di quadri ai futuri sposi o alle famiglie che vogliano un complemento d’arredo, perché tale tipologia di clientela è ormai totalmente attratta dai centri commerciali; inoltre, deve competere con un numero nettamente superiore di antagonisti rispetto ai galleristi del passato.
Perciò, l’idea che le gallerie di oggi debbano far esporre gratuitamente e poi rifarsi sulle vendite, perché quelli di un tempo erano capaci di farlo, è una prima grande balla che viene raccontata ai pittori.
LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: LA VENDITA DI QUADRI
Altra grande balla che si racconta nel mondo dell’arte è senza dubbio quella della vendita di quadri.
Chiunque abbia un minimo di cultura relativa alla Storia dell’Arte sa che i grandi del passato non sono diventati tali in virtù del numero di opere vendute, anzi, la gran parte non vendeva affatto.
I più grandi artisti della storia, fatta eccezione per pochissimi, vivevano di stenti, spesso rifiutando attività che avrebbero consentito loro vite ben più agiate, per non smettere di sperimentare e di dipingere.
Oggi, invece, i pittori pretendono di mantenersi vendendo quadri, di esporre senza pagare, per poi lamentarsi delle vendite che non arrivano.
Ma, come abbiamo poc’anzi dimostrato, il numero di pittori, di gallerie e, di conseguenza, di opere offerte a un fantomatico pubblico dell’arte sono esponenziali, tanto da risultare non attrattive.
Non a caso, ormai da una ventina d’anni, i pochi e veri grandi collezionisti del mondo cercano e acquistano di buon grado soltanto pezzi di importanti maestri del passato, oppure di artisti contemporanei che siano stati battuti almeno un milione di euro a un’asta ufficiale.
A parte acquisti sporadici e occasionali, non esistono collezionisti di opere da poche centinaia di euro!
Chi racconta queste balle mente sapendo di mentire o non ha la più pallida idea di ciò che dice.








LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: LA DOMANDA
Altra grande balla che viene ripetuta nell’ambiente è che nel mercato economico, fatto di domanda e di offerta, i galleristi dovrebbero mettersi in gioco, in virtù del rischio d’impresa, facendo esporre gratis i pittori.
In primo luogo, allora, non si capisce perché una galleria, con costi d’affitto e di utenze certi, dovrebbe puntare su pittori senza nome, dal brand inesistente e incapaci di attirare possibili acquirenti, e non chiedere di esporre soltanto a nomi affermati, lasciando gli sconosciuti per strada.
In secondo luogo, parlare di domanda e di mercato dell’arte è forse la più grande balla che si racconti.
Non esiste una domanda di Arte e non è mai esistita dai tempi dell’avvento della macchina fotografica!
Non esiste alcuna persona al mondo che non veda l’ora di entrare in una galleria per acquistare le opere di perfetti sconosciuti.
Molte persone facoltose sono desiderose di investire, invece, su nomi affermati e anche su nomi che si stanno affermando.
E il problema sta proprio lì: come affermarsi e come diventare appetibili a questi veri collezionisti.
LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: TUTTI SONO ARTISTI
Ora, veniamo a un punto cruciale: l’Arte, quella con la A maiuscola, non è per tutti!
Non è vero che nella Storia dell’Arte si ricordano solo i più grandi e talentuosi artisti, perché moltissimi, anche tecnicamente superiori ai nomi più blasonati, non sono arrivati a noi.
Così come non è vero che tutti i pittori siano artisti.
Un pittore è artista quando ha un’identità, uno stile personale con cui esternare un racconto attraverso la propria espressione artistica e, soprattutto, quando ha l’intelligenza di investire su se stesso per arrivare a far capire la sua grandezza agli altri, dimostrando perché un collezionista dovrebbe acquistare una sua opera e non quella di qualunque altro, tra i milioni di pittori che si propongo.
Chiunque abbia un figlio che di mestiere faccia il calciatore, il cestita, il tennista o comunque viva da professionista di un determinato sport, sa perfettamente quanti soldi, tempo e sacrifici siano stati necessari e improrogabili per anni, prima di avere l’opportunità di guadagnare.
Così come non esiste azienda seria al mondo che possa ambire a lauti introiti e, soprattutto, a collaborazioni di prestigio senza prima spendere tanto in termini di sperimentazione, tempo e pubblicità, ovvero in fiumi di denaro.
Chiunque pensi che il pittore dei nostri anni venti, per diventare artista, debba semplicemente appendere quadri in una qualsiasi sala, senza sborsare nemmeno un centesimo, è come il genitore che oggi pretenda di vedere il figlio giocare in serie A, o contro Roger Federer, facendolo allenare esclusivamente all’oratorio, senza accompagnarlo ovunque ogni week end e senza spendere soldi in corsi, materiali e iscrizioni ai tornei.
Purtroppo, la disinformazione nel mondo dell’Arte è endemica e distrugge tanti potenziali artisti, convinti, in maniera deplorevole per la pochezza culturale dei propositi e delle argomentazioni, che la strada da perseguire sia quella dell’investimento a costo zero, dei gruppi autogestiti di sconosciuti, brancaleonosi dilettanti, convinti del fatto che basti mettersi insieme, allestendo qualche mostra interessante, per farsi il nome e per vendere.
Purtroppo, anche questa via non serve, nella maniera più assoluta a farsi un nome, così come non serve sotto il profilo delle vendite.
È vero che qualche opera, di tanto in tanto, a prezzi modici, si riesce a vendere, ma il risultato ottenuto è deleterio e non in linea con un percorso di crescita e di affermazione del proprio brand.
È come se la piccola azienda d’abbigliamento, una volta affermatasi a tal punto da collaborare con una griffe di livello mondiale, poi vendesse allo spaccio capi di manifattura inferiore a prezzi stracciati, oppure come se il grande campione della NBA, all’apice della carriera, accettasse di giocare in seri B nel campionato italiano.
LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: SOLO I RICCHI CE LA FANNO
Messi alle strette, in molti si lamentano del fatto che soltanto i ricchi possano permettersi certi investimenti.
Beh, ciò è vero! Ed è vero in ogni settore della vita dell’uomo.
Se studiate alla Bocconi avrete più possibilità di chi studia alla Statale; se aprite un’azienda senza un soldo in tasca, almeno inizialmente, non potrete competere con il miliardario che investe nel vostro settore; se siete proprietari del Real Madrid potrete puntare a vincere la Champions League e se avete la squadra della parrocchia no…
Il mondo va così e trovo grottesco che qualcuno se ne meravigli e che se ne lamenti solo nel mondo dell’arte.
Tuttavia, così come è possibile ritagliarsi mercati di nicchia nell’Economia, battendo le multinazionali, oppure passare il girone di Champions League quando sei piccolo e insignificante come l’Atalanta, fino ad arrivare a grandi quotazioni, partendo dalla nullatenenza, come accaduto, tra gli altri, a Maurizio Cattelan, certamente si può provare a diventare artista.
Ciò non significa che, investendo tempo e denaro, si diventerà per forza artisti in virtù dei soldi spesi e dei sacrifici, così come non tutti gli aspiranti Cristiano Ronaldo o Roger Federer saranno per forza giocatori professionisti nel loro sport.




Tuttavia, il pittore può investire in pochi eventi esclusivi all’anno, dove per esclusività intendo manifestazioni in luoghi di pregio e con la partecipazione esigua di altri pittori, max venti, venticinque.
Gettare via denaro per esporre in luoghi sconosciuti, sperduti, insieme ad altre decine di artisti, non soltanto non vi farà vendere niente, ma non avrà alcun tipo di impatto sul vostro nome.
Così come non ha senso bruciare migliaia di euro per avere il personaggio noto al vernissage, perché tutti, a cominciare dagli addetti ai lavori, sanno che basta tirare fuori quattrini per avere chicchessia.
Ovviamente, se poi si riesce a intraprendere un percorso costante con il personaggio noto e influente, allora il discorso è certamente differente…
LE BALLE DEL MONDO DELL’ARTE: CONCLUSIONI
Perciò, pretendere di esporre gratis, anzi, persino di essere profumatamente pagati per mettere in mostra la vostra arte, è assolutamente lecito, a patto che il vostro nome sia talmente famoso da poter riempire gli spazi espositivi nonostante un prezzo d’ingresso.
Se, invece, sapete di non poter garantire ciò, non è il caso vostro, quindi, inutile prendersela se vi chiedono di pagare: non sono loro il problema, ma il vostro nome.
Così come non è colpa di una società di calcio se non accettano vostro figlio in rosa, che si è allenato per anni all’oratorio e che non ha giocato una sola partita seria in vita.
E se fino a oggi vi hanno presi in giro, raccontandovi il contrario, è ora di cambiare e di abbandonare chi vi ha raccontato balle.
Arrivati a questo punto, se la vostra ambizione è quella di essere un artista, dovreste conoscere bene la storia e la vita di Van Gogh, uno dei più grandi e uno tra i tanti che hanno vissuto di stenti perché sapevano di essere artisti e non volevano fare altro.
Non vi va di rischiare di vivere per sempre di stenti?
Beh, non è nemmeno obbligatorio pretendere di essere artisti!
Al contrario, avete compreso che il pittore che abbia l’ambizione di diventare artista e di arrivare ai grandi collezionisti è come il ragazzino che vuole emulare Cristiano Ronaldo e Roger Federer?
Allora, sapete che ci sono tanti investimenti per allenarsi, per andare alle partite, per iscriversi ai tornei e ai corsi, macinando chilometri e comprando ettolitri di benzina, e buttando via fiumi di denaro per camere d’albergo e…
Avete capito che il percorso da fare è una salita che non prevede di svendersi per poche centinaia di euro, piazzando sporadicamente due o tre opere, per non invalidare i traguardi ottenuti con tanta fatica e tanto investimento.
Avete capito che per arrivare a essere quotati davvero dovete distinguervi dalla massa, evitando di fare ciò che fanno tutti gli altri.
E se avrete compreso ciò, sarete già sulla buona strada.
Poi, ovviamente, investire non basta, così come il milionario che dovesse realizzare un disco non è detto che diventi un’icona della musica, se non ha nulla da dire, né il ricco che si iscrivesse a Wimbledon potrebbe poi vincere senza essere un campione.
Infatti, il pittore deve focalizzarsi sul proprio messaggio, sulla caratterizzazione di uno stile personale, sulla sperimentazione della propria strada, sull’affinamento della tecnica, non fondamentale, ma certamente utile.
Non a caso, i più grandi della storia sono quelli le cui opere si distinguono in mezzo a milioni di altre…
Se, invece, resterete convinti della bontà dei consigli d’accademia e delle balle del mondo dell’arte, l’unica cosa certa è che il vostro nome non sarà mai un nome ambito dai collezionisti, in futuro.
Brutale, quasi offensivo, lo so, ma questa è la cruda verità.
Chiunque sostenga il contrario mente sapendo di mentire, oppure non ha la più pallida idea di ciò che afferma e di come vada il mondo.
Perché il vero artista, se ama la musica ed è davvero un artista, continuerà a suonare e a scrivere canzoni, anche se costretto a fare altro per vivere, continuando a proporsi, perché ha bisogno di esternare ciò che ha dentro, con o senza vendite.
Allo stesso modo, il pittore che sia artista necessita di declinare sulle tele le proprie angosce, i sentimenti, i pensieri, i messaggi…
Perché l’artista è chi non può smettere di comunicare.
Vendere gli oggetti prodotti, invece, è ambito dell’artigiano, che non necessariamente è anche un artista.