COVIDIOTISMO, NUOVA IDEOLOGIA

COVIDIOTISMO, NUOVA IDEOLOGIA

Dopo un secolo, ecco che il fascismo si ripresenta in una nuova forma, se vogliamo, ancora più perniciosa: il covidiotismo.

di Pasquale Di Matteo

Gli esseri NON umani che ne fanno parte hanno lo stesso stile che strizza l’occhio alla discultura dei compagni del Duce. Un tempo prendevano per oro colato quanto ottriato dall’istituto Luce, oggi dalla propaganda che ha paura di perdere i fondi all’editoria e degli agiografi dei politici al potere. I covidiotisti fagocitano ogni scemenza professata in Tv da presunti esperti pronti a vendere il libro su Amazon o che hanno appena ricevuto qualche finanziamento milionario da Bill Gates.

Ovviamente, per costoro diventa inevitabile parlare bene dei vaccini e picchiare sulla pandemia.

Una pandemia di asintomatici, ma trasformata nella peste da un apparato mediatico mondiale orientato dai big del farmaco e dei vaccini.

In tale contesto, il covidiotismo trova proselitismo soprattutto tra le persone di mezza età, laddove si annida la popolazione culturalmente più debole.

Se nella storia gli anziani erano i saggi, in virtù dell’esperienza e delle numerose letture sulle spalle, e il problema più grave era l’analfabetismo, oggi è tutto cambiato.

Già solo nel secolo scorso, infatti, se è vero che in Italia pochissimi sapevano leggere e scrivere e quasi nessuno aveva un’istruzione superiore, è altrettanto vero che chi aveva un titolo di studio leggeva molto anche durante tutto l’arco della vita. Si trattava di persone di cultura e non soltanto istruite.

Oggi, invece, nel dato molto negativo dei pochi lettori, che vede l’Italia fanalino di coda in Europa, sono proprio gli anziani quelli impossibili da trovare in una libreria.

La gran parte degli over sessanta preferisce riempire la testa di nozioni esplose ogni giorno dalla Televisione. Ma, senza letture a supporto, mancano della capacità di analisi e di filosofare in merito a quanto ascoltano.

La mancanza delle competenze culturali indispensabili per comprendere il presente fa sì che essi si creino mondi che esistono soltanto nello spazio tra la TV e il divano. Ma è su quello che poi decidono come comportarsi, cosa votare e a chi credere. Mi è capitato di imbattermi in un anziano che sosteneva che il milione di presunti morti per Covid nel mondo fosse soltanto negli Stati Uniti. Non aveva capito, ma su quella incomprensione, che lo portava a credere in un mondo che esisteva solo nella sua testa, aveva costruito il suo terrore di vivere.

Nella vicenda dell’influenza acuta trasformata in peste, gli anziani tifosi del covidiotismo non hanno gli strumenti per analizzare i numeri, che dimostrano in maniera incontrovertibile come ci siano patologie ben più gravi e pericolose di quella che stiamo trattando come peste. Ma per cui nessuno, fino a oggi, ha mai preteso di bloccare il mondo.

Perché oggi si chiude tutto?

I motivi sono tanti. Innanzitutto, molti governi si sono accorti che cavalcare la paura porta più favore tra la popolazione, mentre usare la razionalità fa perdere consensi nei sondaggi. Perché il popolino è bombardato dalla paura ventiquattro ore al giorno. Inoltre, in tante nazioni si sono adottate procedure sanitarie errate, che hanno causato migliaia di morti. La paura, tiene distante la Magistratura, per ora.

In secondo luogo, nei Paesi dove si cavalca maggiormente la paura, gli esecutivi hanno siglato accordi con alcune aziende per produrre milioni di mascherine al giorno. FCA, 27 milioni al dì in Italia.

Se si dovesse dare spazio alla razionalità, chi acquisterebbe più le mascherine di Elkan?

Molti governi occidentali hanno già speso milioni di dollari per la sperimentazione di vaccini. Molti a favore delle aziende di Bill Gates. Se non si cavalcasse la paura, chi correrebbe a farsi il vaccino?

E riuscite a immaginare cosa accadrebbe alle azioni di Amazon, per esempio, se nel mondo ci fossero nuove chiusure e i regali per Natale si facessero tutti online? Le azioni acquisterebbero un valore incommensurabile. Sto pensando di acquistarne qualcuna.

Inoltre, in Italia, il 20 e 21 settembre, le forze che compongono la maggioranza sono state sonoramente sconfitte. Se si votasse per le Politiche oggi, perderebbero in maniera netta. Il Movimento Cinque Stelle farebbe fatica a prendere un terzo dei voti ottenuti nel 2018. Scomparirebbe.

La paura per la pandemia, allora, diventa l’unico collante per non staccare molti deretani dalle poltrone.

Ma tutto ciò sta degenerando in uno stato totalitario governato da un’ideologia non lontana dal fascismo: il covidiotismo, appunto.

Stesso odio, stesso linguaggio rozzo, stessa mancanza di cultura, medesima incapacità d’analisi.

Identici il rifiuto del prossimo e la cattiveria riservata contro chiunque non approvi il covidiotismo. Totale incapacità e voglia di confrontarsi con i diversi punti di vista, anche quando si tratta di luminari ed esperti di fama internazionale.

Addirittura, accade che il ministro della Salute si permetta di invitare i cittadini a segnalare i vicini di casa se non indossano la mascherina o se organizzano una festa di compleanno a un bambino.

Ormai, siamo precipitati nei racconti dei nostri nonni, che festeggiavano di nascosto, ballavano di nascosto, nascondevano gli Ebrei senza farsi scoprire dal vicino fascista pronto a denunciare quelli che considerava nemici del popolo e della patria. E quelli che segnalavano gli Ebrei e i raduni hanno la stemma melma nelle vene delle spie odierne. Sono facce della medesima feccia.

Oggi, il vicino è il covidiotista, pronto a prendere per oro colato ogni scemenza venga ottriata dalla televisione senza avere la capacità di sviscerare dati, informazioni e numeri. Pronto a denunciare il dirimpettaio perché esce di casa, non indossa la mascherina o invita i parenti, convinto di essere lui quello nel giusto.

Ed egli, nella sua psicotica ignoranza, non comprende che il limite di ospiti nelle case non serva a contenere il virus. Basterebbe limitare gli accessi sui mezzi pubblici per farlo, no? Visto che la gente è stipata ogni giorno come bestiame. Il limite serve per evitare la formazione di sacche di resistenza, di partiti e movimenti che organizzino un colpo di Stato per riportare al potere la democrazia.

Il covidiotista resta basito per il numero dei morti nel mondo, a oggi poco più di 1.200.000, ma non fa alcun raffronto sul totale, di quasi 50.000.000.

E nemmeno sa che le malattie infettive come la Covid hanno già ucciso più di 11 milioni di persone nel mondo. La Covid soltanto una decima parte.

Il covidiotista parla di pandemia, ma non sa che le vere pandemie, Spagnola e Peste bubbonica, soltanto per citarne alcune, decimarono la popolazione del pianeta. Attualmente, da gennaio a oggi, al mondo ci sono quasi 70 milioni di abitanti in più. Perciò, non esiste alcuna decimazione.

L’HIV ha già causato 200.000 morti più del Covid. A causa del fumo sono già morte più di 4 milioni di persone. Più del 330% rispetto al Covid.

Ma il covidiotista è spaventato dai numeri e se gli fai notare che la stessa OMS ha ammesso che i positivi sarebbero almeno il 10% della popolazione mondiale, cioè 780 milioni di persone nel mondo e più di 6 milioni in Italia, non capisce e ti ricorda che ne scovano più di 30.000 al giorno.

Ma 30.000 sono meno di 6 milioni.

Quando il covitiotista dà segnali incoraggianti quanto a comprensione e sembra che abbia finalmente capito che con milioni di casi ci vorrebbero migliaia di morti e non qualche centinaio al giorno per gridare alla pandemia e al pericolo, ecco che i neuroni si bloccano ancora. Quindi sposta l’argomento sulle terapie intensive.

Perché il covidiotista, evidentemente, negli ultimi vent’anni ha vissuto gli autunni e gli inverni su pianeti diversi. Altrimenti saprebbe che da ottobre a marzo ci sono i picchi di influenze e polmoniti, con il numero dei morti giornalieri che schizza alle stelle. L’ISTAT calcola in media circa 650.000 morti all’anno in Italia, 1780 al giorno, con picchi che sfiorano i 3000 in questi mesi.

È naturale avere le terapie intasate da ottobre a marzo. Lo sono da sempre per le polmoniti e per le influenze. Le prime uccidono in media 14.000 Italiani all’anno, 41 ogni giorno di media, ma la maggior parte tra ottobre e marzo, perciò anche 100 morti al giorno. L’influenza fino a 500 morti l’anno, ma per le sue complicazioni, come ha spiegato il Prof. Pregliasco, si arriva a 10.000 morti all’anno in Italia. 33 al giorno. Per virus contratti negli ospedali, nel 2016 sono morti più di 49.000 Italiani. Nel 2003, i morti erano 16.000. Ma a causa dei tagli nella Sanità, si è tagliato anche sull’igiene e i patogeni proliferano. Tant’è che ogni anno, in Italia muoiono oltre 49.000 persone per infezioni contratte in ospedale. Ma a nessuno è mai interessato chiudere tutto e cominciare a spendere di nuovo per ospedali e medicine.

Tuttavia, se fai un’analisi del genere al covidiotista, ti accusa di essere un negazionista. E a nulla serve ricordargli che è chi nega l’evidenza, semmai, a essere negazionista. Perché le facoltà mentali del covidiotista sono limitate. E si sa: chi non ha argomentazioni, può usare solo le etichette. (Tuttologo, negazionista, saccente…)

Come il fascista cent’anni fa, il covidiotista non è in grado di contenere nella mente un pensiero tanto grande qual è l’essere umano. Allora, ti parla di rispetto, perché un mantra dei covidiotisti è che la mascherina sarebbe una questione di rispetto.

Ora, tralasciando l’inutilità dell’uso della mascherina, ben spiegata da centinaia di esperti, cioè che le trame di cui sono composte non difendono da nessun virus né chi le indossa, tanto meno gli altri, lascia basiti il fatto che spesso, quasi sempre, a parlare di rispetto siano quelli che con una sigaretta in mano non hanno mai fatto molto per evitare che arrivasse il fumo addosso a chi sedeva al tavolo accanto.

Quindi? Quindi ci troviamo a dover convivere con un’influenza acuta che può diventare pericolosa per soggetti anziani e con patologie pregresse, come tutti i dati confermano, ma con la quale bisogna convivere, per non creare davvero un numero elevato di morti: per fame, carestie e sommosse.

Ma contro il popolo perbene, contro le nazioni e i popoli mondiali, la pandemia del covidiotismo sembra inarrestabile, con i suoi mantra, le sue leggi illiberali e le sue certezze da terzo Reich. Allora avanti tutta con il conteggio dei decessi con tampone positivo. E tra gli oltre 2000 morti al giorno in Italia, in questo periodo, e con almeno il 10% di popolazione positiva, non è difficile fare grandi numeri.

Come se il morbo del totalitarismo fosse rimasto dormiente nel DNA di milioni di individui, tramandato di generazioni fino a oggi, ecco che questa nuova ideologia dispotica attrae molti.

Se non si crea un vaccino contro il covidiotismo, temo che la nostra società democratica sia destinata all’estinzione.

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